Il carretto siciliano
Il carretto, (u carrettu), è un veicolo con due grandi ruote, a trazione animale, utilizzato in tutto il territorio siciliano tra Ottocento e Novecento per il trasporto di merci (uva, grano, sabbia, zolfo) lungo le trazzere. Il suo impiego diminuì con l’avvento della motorizzazione che rese gli spostamenti più agili e veloci.
Seppur con delle variazioni nella forma e nella decorazioni che cambiano in base alle zone di produzione, i carretti siciliani hanno una struttura pressoché uguale.
Le maestranze coinvolte nella realizzazione del carretto includono i carradori, che costruiscono e intagliano il veicolo; i fabbri, che forgiano le parti metalliche; i costruttori di finimenti; i costruttori di boccole (i usciulari); e naturalmente i pittori, che si occupano della decorazione del carretto, dipingendo soggetti religiosi (la Madonna, i Santi), oppure i personaggi delle gesta cavalleresche, mitologiche o storiche. Anche ad Avola, in particolare nel corso del Novecento, si producevano carretti, infatti molti erano gli artigiani che si occupavano della produzione delle varie parti, soltanto le famiglie di carradori erano circa trenta.
Il carretto è composto dal funnu di càscia, un piano di carico terminante anteriormente e posteriormente da due tavulazzi, sui quali sono montati parallelamente due masciddàri, ovvero le sponde fisse del carretto, e un putteddu (il portello posteriore) rimovibile per facilitare le operazioni di carico e scarico delle merci. Ogni masciddaru è diviso in due scacchi, dipinti con scene, mentre nel putteddu vi è uno scacco centrale tra due scacchi più piccoli. Le sponde laterali e il portello posteriore sono collegati al piano di carico con sei listelli verticali in legno chiamati barrùni e altri due in ferro, presenti solo sui masciddari e chiamati centuni.
Inoltre il carretto include anche le aste dove veniva legato il cavallo o l’asino. Sotto i tavulazzi vengono montate due parti in legno chiamate chiavi, una anteriore ed una posteriore. Generalmente quella posteriore presenta un bassorilievo intagliato rappresentante una scena, spesso cavalleresca.
Altra parte ornamentale del carretto è la cosiddetta cascia di fusu, costituita da una sezione di legno intagliato sormontata da un arabesco di metallo. Le ruote sono composte da dodici raggi spesso arricchiti da intagli paralleli o con soggetti scolpiti come fiori, aquile, sirene o teste di paladino.