Materiale e Immateriale Avola

Monumento Spina Santa

Il ciclo pasquale, dal dolore alla gioia

L’intera quaresima, tempo di riflessione e di preparazione al rinnovamento, era ed è tuttora, anche se in modo ridimensionato, molto sentita dalla comunità delle parrocchie avolesi. A dare notizie dettagliate sui vari momenti che scandiscono questo periodo e in particolare la settimana santa, è ancora una volta lo storico Gubernale, inoltre altre informazioni sono date dallo studioso e botanico Giuseppe Bianca, quest’ultimo riferisce alcune note su una seicentesca rappresentazione sacra presso la chiesa di Santa Venera ad Avola antica, la Casazza.
La settimana santa inizia con la domenica delle Palme, il Gubernale scrive di un unico rito di benedizione delle palme che si svolgeva nella Chiesa Madre, dove si recavano soprattutto i ragazzi per far benedire le palme e i ramoscelli d’ulivo; attorno alle ore 10, fuori dalla chiesa veniva svolta una funzione che ricordava l’entrata di Cristo a Gerusalemme. Le palme semplici o intrecciate, e i ramoscelli benedetti venivano conservati per l’intero anno, appeso sopra i capezzali delle camere da letto o posti sopra un albero sito all’interno della propria campagna. A partire dagli anni ottanta, l’usanza di un’unica benedizione fu abbandonata e ogni parrocchia organizzò la propria.
Ancora Gubernale riferisce circa una funzione, ormai in disuso, che veniva svolta il mercoledì santo, i tenebri; durante il pomeriggio i sacerdoti rievocavano le scosse telluriche e il buio che seguirono la morte in croce di Gesù, infatti il sacrestano spegneva lentamente le candele dell’altare e i sacerdoti inginocchiati accanto agli stalli battevano i sedili.

Ecce Homo
L’Ecce Homo, statua lignea del ’600, foto Marco Tossani

Il giovedì, sia nel passato come nel presente, vengono ripiegate tutte le tovaglie degli altari e si preparano i sepurcri, ovvero in ogni chiesa, dopo la riproposizione della lavanda dei piedi e dell’ultima cena, viene allestita l’esposizione del Santissimo Sacramento, quasi sempre nell’altare principale. All’altare vengono, inoltre, aggiunti ceri, lampade, vasi con fiori, piccoli piatti o vassoi con semi di grano germogliati (i lavuredda). Le campane, dal primo pomeriggio del giovedì fino al sabato, non suonano, infatti per l’occasione i batacchi vengono legati (si attaccanu i campani).
Nelle ore pomeridiane del venerdì santo, nel rispetto della tradizione, presso la Chiesa Madre vengono celebrate le “sette parole”, ovvero una lettura di sette passi dei Vangeli contenenti le ultime frasi pronunciate dal Cristo agonizzante; dopo ogni lettura segue un sermone. La funzione termina con la processione del corpo esanime del Cristo, dalla Chiesa Madre alla chiesa di Sant’Antonio Abate. Qui viene preparato il “monumento” e le statue (i ‘mmisteri) della Spina Santa. In serata la processione solennemente esce dalla suddetta chiesa e procede, anticipata da un parroco che porta il reliquario contenente la santa spina della corona di Cristo, per le vie del centro storico.
Il pomeriggio del sabato, iniziano i preparativi della statua della Madonna, che verrà impiegata il giorno seguente nell’incontro con il Cristo risorto. La statua, di proprietà della famiglia Lutri, si conserva presso il palazzo sito in via Mazzini, e per l’occasione viene abbigliata e coperta con un manto nero, successivamente la statua viene portata, accompagnata dalle preghiera dei fedeli, presso la chiesa di Sant’Antonio da Padova.
Secondo il Gubernale questa processione veniva anticamente svolta da un gran numero di ragazzi che portavano delle torce, realizzate con canne secche affastellate e accese, i ciaccari addumati.
Ad Avola, la comunità festeggia la Resurrezione alle ore 12 della domenica, quando le statue del Cristo risorto e della Madonna, rispettivamente provenienti dalla chiesa di San Giovanni Battista e dalla chiesa di Sant’Antonio da Padova, si incontrano in Piazza Umberto I. Questo momento è detto a paci: dopo tre cenni della bandiera la Madonna svela il suo volto liberandosi dal manto nero e festosamente procede verso il Figlio; a questo punto la folla esplode in urla di gioia e in un fragoroso applauso. Le statue, prima di essere ricondotte presso la chiesa Madre ripetono l’incontro in altri punti del centro storico.

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